Tra i luoghi più particolari de “laMiaGenova” c’è senz’altro l’Apiario Urbano, un angolo inaspettato e affascinante in cui si pratica l’apicoltura da oltre dieci anni.
Tutto nasce dalla professionalità e passione del Prof. Marco Crozetto, già docente dell’Istituto Agrario Marsano che, oltre a essere un esperto agronomo, ha anche la dote di divulgare la cultura del mondo delle Api. Lo scopo è far avvicinare all’agri-apicoltura tutti gli appassionati fornendo loro gli strumenti per poter interagire correttamente con questi interessantissimi e importantissimi insetti. Non è tanto una questione di reddito, ogni arnia produce dai 20 ai 40 kg di miele all’anno, ma del piacere di condividere la stessa passione non solo per le api in sé ma anche per lo stare all’aria aperta, per la conservazione e la tutela del territorio con la propria biodiversità attraverso tutte le opere le gestione e pulizia necessarie.
L’associazione si chiama APIGENOVA, ha un sito dedicato www.apigenova.com dove si trovano alcune semplici informazioni di base relative alle attività che spesso coinvolgono le scuole, ai corsi per chi desidera intraprendere il percorso di apicoltore ma soprattutto si occupa di supportare gli iscritti gestendo la parte burocratica per la corretta comunicazione della sede e del numero degli alveari agli enti competenti.
Avevo conosciuto Marco circa quindici anni fa quando avevo letto per caso, fuori dalla bellissima Chiesa Millenaria di San Siro di Struppa, la locandina dell’associazione che organizzava uno dei primi corsi di apicoltura. All’epoca ero diventata mamma da poco e quindi non sono riuscita a completare il percorso di formazione ma ho continuato a seguire con ammirazione la creazione dell’apiario urbano di Genova in cui in questi giorni ho incontrato Marco per farmi raccontare la loro attività.
Il nostro dialogo inizia, con sorpresa, dalla descrizione del profumo di una mela che si trovava in un piccolo mercato di paese e che ha riportato la memoria di Marco a quando era bambino e si sentiva il profumo delle mele. Oggi invece, mi spiega, la sua esperienza da agronomo lo ha portato a rilevare come in molte regioni italiane da nord a sud il numero di trattamenti con fitofarmaci sugli alberi da frutto sia più che duplicato. Sono addirittura 30 all’anno per ottenere frutti dall’aspetto bello, che rispecchino i canoni dell’acquirente che però hanno perso profumo, sapore e mi verrebbe da aggiungere anche proprietà nutrizionali. All’inizio del secolo i trattamenti che si facevano sugli alberi da frutto erano due, poi sono diventati 15 e ad oggi si arriva fino a trenta per i prodotti da tavola, meno sulle uve da vino, ad esempio, perché l’aspetto estetico “conta meno”.
Le conoscenze di Marco nel campo agrario e apistico lo spingono a realizzare l’apiario urbano anche sulla base del fatto che la Liguria è la regione d’Europa con la più alta varietà botanica: nella nostra regione infatti non c’è praticamente agricoltura ma si hanno fioriture ricchissime di svariate specie botaniche che crescono spontaneamente senza ricorrere all’uso di fitofarmaci e concimi chimici, quindi con una produzione di miele di altissima qualità. A questo non possiamo non aggiungere le caratteristiche dell’Ape mellifera Ligustica, una specie antichissima, descritta dall’entomologo Spinola a inizio ‘800 come forte e robusta perché abituata sia ai freddi climi dell’entroterra che a quelli più miti della costa; un animale docile e produttivo oltre che molto bello da vedere: ha il corpo a strisce nere e gialle ben evidenti mentre altri tipi di api hanno un colore tendente al grigio. Un aneddoto interessante da sapere è che questa specie di api fu portata a Kangaroo Island in Australia verso il 1880 proprio per queste sue caratteristiche ed è la che si è conservata senza incrociarsi con altre specie di api dando vita a un Santuario di protezione della specie e alla commercializzazione del famoso Ligurian Bee Honey!
Gli Apicoltori di Apigenova sono circa 150, tendenzialmente iniziano la loro attività frequentando il corso che si svolge nelle sale del Municipio di Molassana e che inizia ogni anno a Gennaio. Prevede delle lezioni teoriche nei primi mesi dell’anno e un percorso di affiancamento di un anno per la pratica all’interno dell’apiario per poi eventualmente spostare le proprie arnie nei loro terreni di proprietà magari lasciando la gestione burocratica in capo all’associazione. Le arnie dell’apiario di Struppa sono circa cento e l’associazione sta cercando altri spazi in città per aprire altri apiari.
Marco mi descrive l’alveare come un polmone che si ritrae e si espande: in primavera, quando aumentano le fioriture, la famiglia inizia progressivamente a crescere, la regina depone fino a duemila uova al giorno e la temperatura all’interno dell’alveare sale. Questa fase, che dalle nostre parti coincide con fine Aprile-primi di Maggio, è molto delicata perché possono iniziare le sciamature. Un’altra attività dell’associazione apistica è proprio quella di recuperare sciami di api in giro per la città e le campagne. A fine Luglio circa per raccogliere il miele si aggiunge all’arnia il mielario che è una parte sopraelevata che le api riempiranno con il surplus di miele che a loro non occorre per il proprio sostentamento.
Piccola curiosità: le arnie dell’apiario, essendo molto vicine le une alle altre, sono di colori diversi in modo che l’ape riconosca la sua casetta agevolmente, per questo stesso motivo si possono anche inserire dei disegni sul tetto che hanno portato a instituire il concorso dell’arnia più bella che va a premiare le decorazioni migliori!
L’apiario urbano ospita anche un piccolo “Hotel per insetti” dove soggiorna l’ape solitaria che è un ape molto pelosa e quindi con una capacità impollinatrice elevatissima che la rende importantissima per la biodiversità delle specie botnaiche.
Marco Crozetto è anche autore de “La saggezza delle foglie secche” un libro che descrive la strada che la natura ci traccia, sta a noi seguirla.