Immergiamoci nelle profonde radici della Genova antica, là dove ogni vicolo è un racconto da vivere. La Porta dei Vacca, risalente al XII secolo, si erge come un monumento intriso di storia, appartenente all'ultimo strato della cinta muraria nella zona del Carmine.
Testimone dei secoli che l'hanno vista nascere, questa porta fortificata diventa un portale del tempo, aprendo finestre su un'epoca lontana. Attraversando la Porta dei Vacca, ci si avventura in un viaggio attraverso le trame della Genova medievale, rivivendo gli echi dei passi di coloro che l'hanno attraversata secoli fa.
Ogni pietra di questa porta racconta storie di difese, commerci, e vita quotidiana in un'epoca ormai lontana. La Porta dei Vacca diventa così un simbolo tangibile del patrimonio storico di Genova, incastonato nelle mura che circondano il cuore della città antica.
Il nome Porta dei Vacca trova le sue radici nella figura di G.C. Vachero, nobile e avventuriero proprietario di alcune abitazioni nella zona circostante. Questo personaggio intrigante fu coinvolto in cospirazioni per conto dei Savoia nella Repubblica di Genova, trovando infine la morte in Piazza del Campo.
Chiamata anche Porta Sottana in opposizione alla sua controparte, la Porta Soprana, situata vicino alla casa di Colombo, la Porta dei Vacca è un monumento che attraversa il tempo e la storia. La sua attuale struttura è il risultato di restauri condotti alla fine dell'Ottocento dall'architetto Mazzino, che cercò di riportarla alla sua forma originaria, o almeno a una forma che si avvicinasse il più possibile a quella antica.
Ogni pietra di questa porta è permeata di storia, un richiamo alla figura di Vachero e alle trame avvincenti che caratterizzarono la Genova medievale. Attraverso restauri accurati, oggi la Porta dei Vacca si erge come un monumento che collega il passato al presente, invitando i visitatori a immergersi nei segreti della sua storia millenaria.
Fino al 200, l'area che si estende da Piazza Cavour alla Porta dei Vacca fu il principale punto di sbarco a Genova. Il Mandraccio, in particolare, emerge come il luogo più sicuro per approdare, segnando un punto vitale nella storia marittima della città.
Tuttavia, questa zona non è solo permeata da storie di commerci e arrivi. Nel corso del tempo, è stata utilizzata anche come luogo di detenzione, fungendo da prigione che ha custodito segreti e tragedie umane. Il Mandraccio ha assistito a scenari cupi, divenendo il palcoscenico per esecuzioni capitali che hanno segnato la memoria della città.
Così, tra arrivi carichi di speranze e destini segnati da tragedie, Piazza Cavour e il Mandraccio raccontano una Genova ricca di sfaccettature, dove la vita quotidiana si intreccia con episodi oscuri, creando una trama avvincente nella storia della città.