Sabine Weiss è stata l'unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato in tutti i campi e per così tanto tempo. Diceva "Non mi piacciono le cose sensazionali. Vorrei incorporare tutto in un istante, in modo che la condizione umana sia espressa nella sua sostanza minimale".
Da donne, per noi, raccontare una donna che è riuscita a diventare così famosa e importante nel mondo della fotografia ci rende orgogliose. Ecco perché quando ci propongono di raccontare cos'ha suscitato in noi la visita, possiamo solo avere gli occhi a cuore.
Sabine si approccia con il mondo della fotografia molto giovane e dice "mi sono resa conto molto giovane che la fotografia sarebbe stata il mio mezzo espressivo. Ero più visiva che intellettuale ... Non ero molto brava a studiare. Ho lasciato il liceo, sono partita in una giornata estiva in bicicletta". Inizia cosi a fotografare nel 1932, con una macchina fotografica in bachelite. Con l'aiuto del padre, nel 1946 si trasferisce a Parigi e diventa assistente del fotografo Willy Maywald. Nel 1952 entra a far parte dell'agenzia Rapho e i suoi lavori vengono esposti negli Stati Uniti ed inizia a lavorare per riviste come Vogue, Paris Match e Le Ore, fino agli anni 2000. Nel 2017 dona i suoi archivi al museo Photo Elysee di Losanna.
Definiamo Sabine una donna sensibile agli esseri umani, una fotografa indipendente e vivace. Questa mostra segue un percorso empatico con gli esseri umani e con la loro vita, un percorso che la avvicina al mondo dello spettacolo, al mondo della strada e alle persone fragili, al tema dei bambini e al loro contatto .Un percorso che mostra come la Weiss ha affrontato tutti i settori della fotografia, come suo stile di vita e dei suoi viaggi, come passione di una vita.
Palazzo Dcale - Loggia degli Abati
fino al 12 Mar 2023
da martedì a venerdì, ore 14-19
sabato, domenica e festivi, ore 10 - 19
la biglietteria chiude un'ora prima
